Resistenza anti-sovietica in Lituania parte Fratelli della foresta e Guerra fredda | |||
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Partigiani lituani della Forza di difesa territoriale del distretto di Žalgiris nell'estate del 1946 | |||
Data | 1944-1953 | ||
Luogo | Lituania | ||
Casus belli | Rioccupazione sovietica dei paesi baltici | ||
Esito | Soppressione di movimenti di resistenza lituani | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
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Effettivi | |||
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Perdite | |||
2 619 civili uccisi, circa 100 000 deportati (inclusi simpatizzanti dei partigiani e altri gruppi) | |||
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I partigiani lituani (in lituano: Lietuvos partizanai) furono nuclei di guerriglieri della Lituania che intrapresero azioni di sabotaggio e assalto ai danni dell'Unione Sovietica nel 1944-1953. Gruppi di combattenti simili, noti anche come Fratelli della foresta e soldati maledetti, si opposero al dominio sovietico in Estonia, Lettonia, Polonia, Romania e Galizia. Si stima che sia stato ucciso un totale di 30 000 lituani tra rivoltosi attivi e simpatizzanti.[4][5]
Alla fine della seconda guerra mondiale, l'Armata Rossa spostò il fronte orientale verso la Lituania, occupata entro la fine del 1944. Mentre la coscrizione forzata nell'Armata Rossa e le repressioni staliniste si intensificavano, migliaia di lituani decisero di sfruttare le foreste come scudo naturale: simili gruppi spontaneamente formatisi divennero col tempo più organizzati e centralizzati, portando nel febbraio del 1948 all'istituzione del Movimento dei Combattenti per la Libertà Lituana (Lietuvos Laisvės Kovų Sąjūdis o LLKS).[6] Nei propri documenti, i partigiani sottolineavano che lo scopo finale era ripristinare l'indipendenza nazionale. Mentre la guerra partigiana proseguiva, divenne più chiaro che l'Occidente non avrebbe interferito nell'Europa orientale (si parla a tal proposito nella storiografia baltica di tradimento occidentale) e le possibilità di successo dei partigiani divennero ancor più risicate, considerata la forza dell'avversario. Alla fine, i partigiani presero la consapevole ed espressa decisione di non accettare nuovi membri: lo "stato maggiore" dei partigiani si sciolse nel 1953, ponendo così fine alla guerra tra i filo-indipendentisti e il governo centrale, sebbene si riportarono episodi di attacchi operati da singoli fino agli anni 1960.
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