Partigiani lituani

Resistenza anti-sovietica in Lituania
parte Fratelli della foresta e Guerra fredda
Partigiani lituani della Forza di difesa territoriale del distretto di Žalgiris nell'estate del 1946
Data1944-1953
LuogoLituania
Casus belliRioccupazione sovietica dei paesi baltici
EsitoSoppressione di movimenti di resistenza lituani
Schieramenti
Comandanti
Jonas Žemaitis
Adolfas Ramanauskas
Antanas Kraujelis
Juozas Lukša
Juozas Vitkus
Jonas Misiūnas
Justinas Lelešius
Lionginas Baliukevičius[1]
Iosif Stalin
Lavrentij Berija
Pavel Sudoplatov
Viktor Abakumov
Effettivi
50 000 partigiani
50 000 ausiliari e membri delle intelligence straniere[2]
50 000 membri dell'NKVD

2 000-5 000 collaboratori ("stribai")

1 500 agenti sotto copertura del MGB
Perdite
20 000 morti
+ 20 000 arresti[2]
circa 25 000 morti[3]
2 619 civili uccisi, circa 100 000 deportati (inclusi simpatizzanti dei partigiani e altri gruppi)
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I partigiani lituani (in lituano: Lietuvos partizanai) furono nuclei di guerriglieri della Lituania che intrapresero azioni di sabotaggio e assalto ai danni dell'Unione Sovietica nel 1944-1953. Gruppi di combattenti simili, noti anche come Fratelli della foresta e soldati maledetti, si opposero al dominio sovietico in Estonia, Lettonia, Polonia, Romania e Galizia. Si stima che sia stato ucciso un totale di 30 000 lituani tra rivoltosi attivi e simpatizzanti.[4][5]

Alla fine della seconda guerra mondiale, l'Armata Rossa spostò il fronte orientale verso la Lituania, occupata entro la fine del 1944. Mentre la coscrizione forzata nell'Armata Rossa e le repressioni staliniste si intensificavano, migliaia di lituani decisero di sfruttare le foreste come scudo naturale: simili gruppi spontaneamente formatisi divennero col tempo più organizzati e centralizzati, portando nel febbraio del 1948 all'istituzione del Movimento dei Combattenti per la Libertà Lituana (Lietuvos Laisvės Kovų Sąjūdis o LLKS).[6] Nei propri documenti, i partigiani sottolineavano che lo scopo finale era ripristinare l'indipendenza nazionale. Mentre la guerra partigiana proseguiva, divenne più chiaro che l'Occidente non avrebbe interferito nell'Europa orientale (si parla a tal proposito nella storiografia baltica di tradimento occidentale) e le possibilità di successo dei partigiani divennero ancor più risicate, considerata la forza dell'avversario. Alla fine, i partigiani presero la consapevole ed espressa decisione di non accettare nuovi membri: lo "stato maggiore" dei partigiani si sciolse nel 1953, ponendo così fine alla guerra tra i filo-indipendentisti e il governo centrale, sebbene si riportarono episodi di attacchi operati da singoli fino agli anni 1960.

  1. ^ Partigiani: storia e presente, su partizanai.org. URL consultato il 30 luglio 2020.
  2. ^ a b (EN) Michael Clodfelter, Warfare and Armed Conflicts: A Statistical Encyclopedia of Casualty and Other Figures, 1492-2015, McFarland, 2017, p. 538, ISBN 978-14-76-62585-0.
  3. ^ (EN) Lituanus, vol. 23, Lithuanian Student Association, Secretariate for External Relations, 1977, p. 65.
  4. ^ (EN) IBP Inc., Lithuania Constitution and Citizenship Laws Handbook, Lulu.com, 2013, p. 52, ISBN 978-14-38-77934-8.
  5. ^ (EN) Petras Griškevičius, In the Union of Soviet Nations, Mintis, 1982, p. 39.
  6. ^ Alberto Rosselli, La resistenza antisovietica in Lituania 1944-1953, su storico.org. URL consultato il 29 luglio 2020 (archiviato dall'url originale il 28 ottobre 2020).

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